CONFAVI NEWS:

CONFAVI REGIONE LAZIO IN RADIO. RIASCOLTA LA PUNTATA DEL 3 GIUGNO - DIRETTIVI DEGI ATC E CONFLITTI DI INTERESSE. LA REGIONE DICE SI! - REGIONE, APPROVATO IL NUOVO CALENDARIO VENATORIO. POCHE LE NOVITA' E POCA AUDACIA. LA PRUDENZA NON E' MAI TROPPA! - POMEZIA, EMERGENZA CINGHIALI. IL COMUNE INCONTRA LE ASSOCIAZIONI VENATORIE - PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE. APPROVATO L'ACCORDO DI COLLABORAZIONE CON L'UNIVERSITA' DELLA TUSCIA - 2019-2023. IN CALO IL CONSENSO VERSO LE ASSOCIAZIONI VENATORIE RICONOSCIUTE - Prossimamente la puntata di caccia dedicata a VALLEMAIO in provincia di Frosinone

17 giugno 2025

CONFAVI LAZIO ON AIR. RIASCOLTA LA PUNTATA COMPLETA DEL 3 GIUGNO

Una puntata dedicata all'attività venatoria, allo sport del tiro ed alle tante "fake news" sulla modifica della 157/92.

Molti gli argomenti trattati e le occasioni di approfondimento sulla caccia ma anche di conservazione, gestione e tutela dell'ambiente.

Clicca sull'immagine per ascoltare la puntata.





10 giugno 2025

DIRETTIVI DEGI ATC E CONFLITTI DI INTERESSE. LA REGIONE DICE SI!

La Giunta Regionale su proposta dell'Assessore al Bilancio, Programmazione economica, Agricoltura e Sovranità alimentare, Caccia e Pesca, Parchi e foreste, GIANCARLO RIGHINI, ha approvato la delibera che INDIVIDUA, "ai sensi dell’articolo 28, comma 1, lettera D), sotto lettera d), della l.r. 17/1995, le SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSE CHE IMPEDISCONO DI RICOPRIRE LA CARICA DI COMPIONENTE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEGLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA".

Recentemente anche l’Autorità nazionale anticorruzione si era già espressa a riguardo nel 2019 chiarendo che: "vi è conflitto di interessi strutturale nelle ipotesi in cui il conferimento di una carica “(…) configuri una situazione di conflitto di interessi non limitata a una tipologia di atti o procedimenti, ma generalizzata e permanente, … in relazione alle posizioni ricoperte e alle funzioni attribuite (…)”.

Procede quindi senza sosta il percorso avviato lo scorso anno della riorganizzazione della "Governance" degli ATC, dapprima con il commissariamento degli organi direttivi e adesso con un chiarimento circa le possibili cause di esclusione alla vita gestionale degli ambiti stessi.

Le situazioni di conflitto di interesse strutturale, anche sopravvenute, che impediscono di ricoprire la carica di componente del Consiglio direttivo, sono quelle in cui: 

a) il componente del consiglio direttivo dell’ATC o un suo congiunto è proprietario o ha una partecipazione in una società che è proprietaria di un centro di allevamento organizzato in forma di azienda agricola della fauna selvatica stanziale situata nel medesimo ATC; 

b) il componente del consiglio direttivo dell’ATC o un suo congiunto è commissario liquidatore di una società proprietaria di un centro di allevamento organizzato in forma di azienda agricola della fauna selvatica stanziale situata nel medesimo ATC; 

c) il componente del consiglio direttivo dell’ATC o un suo congiunto ha esercitato nei due anni precedenti l’incarico di revisore dei conti nel medesimo ATC; 

d) il componente del consiglio direttivo dell’ATC o un suo congiunto è Presidente di una associazione venatoria, associazione ambientalista, organizzazione professionale agricola; 

e) il componente del consiglio direttivo dell’ATC o un suo congiunto è titolare o ha una partecipazione in una società titolare o è commissario liquidatore di una società titolare di una concessione di una azienda faunistico-venatoria o di una azienda agro-turistico venatoria o di una autorizzazione per la zona addestramento cani; 

f) il componente del consiglio direttivo o un suo congiunto (parente o affine entro il secondo grado, il coniuge o parte dell’unione civile o convivente di fatto ai sensi della normativa statale vigente in materia) è titolare o ha una partecipazione in una società o è commissario liquidatore di una società titolare di un centro privato di riproduzione di fauna selvatica.

Il lavoro di riorganizzazione però non è ancora terminato. 

Adesso l'esigenza primaria è quella di riorganizzare anche il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Regionale i cui componenti, da quanto abbiamo appreso da fonti non ufficiali, sembrerebbero DECADUTI da ben 6 mesi......

Buon lavoro Assessore! 

05 giugno 2025

REGIONE, APPROVATO IL CALENDARIO VENATORIO 2025-2026. SI COMINCIA IL 21 SETTEMBRE.

"CHI NON SALE NON TEME DI CADERE"


Con decreto del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e su proposta dell’assessore alla Caccia e alla Pesca, Giancarlo Righini, è stato approvato il calendario venatorio regionale e il regolamento per la stagione 2025-2026.

La stagione avrà inizio domenica 21 settembre 2025 e terminerà il 31 gennaio 2026. Per l’intero periodo la caccia è consentita tre giorni a settimana, che il titolare della licenza può scegliere tra quelli di lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica. 

Per l’intera stagione venatoria 2025/2026, a ciascun cacciatore è consentito di abbattere complessivamente: non più di cinque capi per ogni specie di: lepre europea e starna; non più di dieci capi della specie moriglione; non più di venti capi per ogni specie di: beccaccia, fagiano; non più di venticinque capi per ogni specie di: beccaccino, canapiglia, codone, frullino, marzaiola, mestolone, quaglia; non più di cinquanta capi per ogni specie di: allodola, alzavola, fischione, folaga e non più di cento capi della specie tordo sassello

Per la stagione venatoria 2025-2026 l’effettiva fruizione delle giornate di caccia della specie cinghiale nelle “Zone vocate” e nelle “Zone bianche” è modulata nel seguente modo:


Successivamente, con un separato provvedimento verrà adottato il disciplinare per la gestione della specie cinghiale, dove sono disciplinate le zone vocate e le modalità di esercizio della caccia al cinghiale per la stagione venatoria 2025-2026. 

Con separato provvedimento verrà regolamentato l’esercizio venatorio per il versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e per l’Isola di Ponza

Per esercitare la caccia, il cacciatore dovrà essere munito del tesserino venatorio, valido su tutto il territorio nazionale. Mentre, per il prelievo di selezione è previsto uno specifico tesserino ed iscrizione presso l'ADA competente.

DI SEGUITO IL NUIOVO CALENDARIO: (cliccare sull'immagine per ingrandire)


























21 maggio 2025

CAMERA DEPUTATI. CONVEGNO SU "“Contrasto ai crimini contro la fauna selvatica in Italia tramite il recepimento della Direttiva Ue sulla tutela penale ambientale”

Si è svolto presso la Sala Matteotti della Camera dei Deputati il convegno "Il caso dell'ibis eremita- contrasto ai crimini contro la fauna selvatica...".

Al minuto 3:44:30 l'intervento del Dr. Eugenio Dupré della Direzione generale Tutela della biodiversità del ministero dell’Ambiente che ha evidenziato i momenti chiave di confronto in vista dell'annunciata (ma non ancora ufficializzata) proposta di modifica della Legge 157/92.

A detta del rappresentante del Ministero: “Esco da un mese di trattative per cercare di smussare alcuni passaggi del testo....ed è per questo che la presentazione della riforma è stata rimandata”. 

Ascolta l'intervento integrale.

(clicca sull'immagine per rivedere il Convegno)

BERLATO: La modifica di questa legge a qualcuno non fa comodo. GUARDA L'INTERVISTA COMPLETA

Il Presidente di ACR On.- Sergio Berlato intervistato sulla modifica della 157 .
"La modifica di questa legge a qualcuno non fa comodo, semmai una piccola riverniciata. Noi già nel 2022 abbiamo presentato una revisione totale di questa legge e portato 540.000 firme a Roma"
Clicca sull'immagine per rivedere l'intervista






14 maggio 2025

POMEZIA, EMERGENZA CINGHIALI. IL COMUNE INCONTRA LE ASSOCIAZIONI VENATORIE.

Martedi 13 maggio il Sindaco di Pomezia, D.ssa Veronica Felici, ha incontrato le rappresentanze venatorie del territorio per avere un quadro chiaro sulla situazione riguardante la presenza incontrollata di cinghiali soprattutto nel centro abitato e sui pericoli per l'incolumità e la viabilità cittadina.

Presenti all'incontro il presidente regionale Confavi Lazio Gabriele Milani ed il provinciale David Alaimo, oltre ai rappresentanti dei circoli Libera Caccia, FederCaccia, Enalcaccia.

L'incontro ha rappresentato un importante occasione per affrontare una problematica molto sentita da parte della popolazione anche in considerazione della vicinanza dell'area naturale protetta delle "Sughereta", dalla quale escono per raggiungere le aree verdi cittadine alla ricerca di cibo, facilmente reperibile purtroppo dalla presenza di rifiuti abbandonati per strada o dal comportamento inopportuno di cittadini che li foraggiano dimenticando che la fauna selvatica ed in particolare il cinghiale non sono animali da compagnia ma un patrimonio indisponibile dello stato che va conservato e gestito soprattutto affinché la sua presenza non si ritorca contro l'uomo stesso.

Confavi Lazio ha ricordato come gli uffici  regionali, con proprie determinazioni, hanno approvato recentemente il Piano di gestione della specie cinghiale proprio nel distretto territoriale di caccia RM2 ove ricade il Comune di Pomezia e sono quindi attuabili le operazioni di prelievo in selezione dei cinghiali nel rispetto delle prescrizioni e delle modalità tecnico operative specificate nelle determine stesse. 

Confavi Lazio coglie l'occasione per ringraziare il Sindaco di Pomezia, D.ssa Veronica Felici, per la gentile disponibilità e sensibilità dimostrata al riguardo della tematica affrontata, rendendosi disponibile a collaborare con l'Amministrazione Comunale al fine di giungere ad una positiva risoluzione della problematica.

07 maggio 2025

TAR LAZIO. CACCIA IN SELEZIONE. CAMBIARE POSTAZIONE NELLA MEDESIMA ZONA NON COSTITUISCE VIOLAZIONE.

Con sentenza n. 13488/2024 il TAR LAZIO ha definitivamente chiarito che modificare la postazione della zona assegnata, “pur in mancanza dell’autorizzazione del capogruppo", non comporta "la sospensione dalla caccia di selezione per 12 mesi […]” poichè la disposizione richiamata sanziona l’“abbattimento effettuato al di fuori della zona assegnata”, che costituisce fattispecie diversa dal cambiare postazione nell’ambito della medesima zona assegnata. 

DI SEGUITO LA SENTENZA DEL TAR LAZIO






30 aprile 2025

ISPRA. Pubblicato il report sulla pressione venatoria sull’avifauna italiana dal 2017 ad oggi.

I risultati dell’analisi dei tesserini venatori condotta da ISPRA con i dati forniti dalle 19 regioni e dalle due Provincie Autonome di Trento e Bolzano, forniscono il numero di esemplari abbattuti dal 2017 al 2023 nel nostro Paese per ciascuna delle 36 specie di uccelli cacciabili in Italia, divisi per regioni e stagioni venatorie.

I cieli italiani sono attraversati da circa 500 specie di uccelli. Alcune di esse sono stanziali altre migratrici, alcune nidificano nel nostro paese mentre per altre l’Italia è solo un ponte di terra che li porta verso le regioni riproduttive del nord. Una comunità ecologica di milioni di individui fondamentale per gli equilibri biologici del pianeta e che connette aree e continenti, a volte, lontanissimi tra loro.

L’avifauna, come parte della fauna selvatica, è “patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale secondo” come chiarisce la legge nazionale 157 del 1992, che regola il prelievo venatorio. La Direttiva "Uccelli" nello specifico impone che il prelievo venatorio delle specie presenti nell’allegato II rispetti il principio di una saggia utilizzazione e di una regolazione ecologicamente equilibrata delle specie, senza pregiudicarne pertanto lo stato di conservazione.

La ricerca di un equilibrio tra conservazionetutelavitalità delle popolazioni di specie ornitiche e pressione venatoria avviene, in Italia, tramite i calendari venatori che, su base regionale, regolamentano l’attività venatoria, stabilendo, su base analitica, le specie cacciabili e i limiti dei carnieri, le giornate, i limiti orari e i periodi dell’anno in cui la caccia è consentita.

Per esercitare l'attività venatoria, oltre al porto d'armi, alla licenza di caccia ed essere iscritti ad un ambito territoriale di caccia ATC, è necessario essere muniti del tesserino regionale che viene rilasciato ogni anno dal comune di residenza del cacciatore che si deve attenere alle quantificazioni del prelievo per specie espresse dal calendario venatorio regionale. Il tesserino venatorio autorizza l'attività di caccia per una stagione e va rinnovato di anno in anno.

I dati dei tesserini venatori, che contengono informazioni sulle giornate di caccia e il numero abbattimenti per specie, vengono aggregati su base regionale e comunicati ad ISPRA che successivamente redige un rapporto sul prelievo faunistico nazionale, in cui viene analizzata l’influenza del prelievo venatorio sulle popolazioni delle specie cacciabili. Pertanto, ogni anno, Regioni e Province Autonome devono trasmettere i dati di abbattimento che, una volta elaborati da ISPRA, saranno inoltrati dal MASE alla Commissione europea.

Sono stati analizzati i dati pervenuti a ISPRA entro il 31 ottobre 2024 relativi al numero di abbattimenti di ciascuna specie ornitica cacciabile nel periodo compreso tra la stagione venatoria 2017-2018 e quella 2022-2023; la quantificazione degli abbattimenti costituisce, di fatto, la prima informazione necessaria alla valutazione dell’entità del prelievo venatorio in Italia. A questa data le informazioni sui tesserini venatori relativi alla stagione venatoria 2023-24 erano state trasmesse solo da cinque regioni (Abruzzo, Campania, Piemonte, Sardegna, Valle d’Aosta), per cui nella presente relazione questa stagione venatoria non è stata considerata.

Le informazioni inviate dalle diverse regioni relative al rapporto tra tesserini analizzati sul totale dei tesserini rilasciati in ogni singola regione, fondamentale per analizzare il reale peso del prelievo venatorio, risultano, sulla base di quanto inviato, decisamente carenti per tutte le stagioni venatorie considerate nel presente report, in quanto soltanto per poche regioni risulta espresso in modo chiaro questo fondamentale parametro.



Dal report emerge che i dati non permettono di avere un quadro completo sul prelievo venatorio per le stagioni analizzate. La sola regione Campania ha trasmesso questo dato per tutte le stagioni venatorie considerate. Le percentuali di tesserini analizzati sono variate in questa regione tra il 52% e il 78% nelle diverse stagioni venatorie trattate in questo report. 




Tordo bottaccio: il più cacciato d’Italia

La specie più cacciata in Italia in tutte le stagioni venatorie è il tordo bottaccio (Turdus philomelos) della famiglia dei Turdidi. Questa specie canora è caratterizzata da taglia medio picciola ed ampia diffusione. L’adulto presenta la parte dorsale del corpo di colore bruno, mentre la parte ventrale è color bianco-crema con ampie picchettature di nero ed il caratteristico sottoala fulvo giallastro.

La migrazione di questa specie avviene di notte, spesso a quote elevate, accompagnata dall’emissione di un caratteristico verso, detto, onomatopeicamente, zirlo. La sua dieta varia durante l’anno, divenendo più insettivoro durante la stagione riproduttiva e maggiormente frugivoro durante il restante periodo. La stagione riproduttiva ha inizio in marzo nell’Europa occidentale, e circa un mese dopo nell’Europa centrale e orientale. Nidifica in una grande varietà di habitat, in cui comunque è indispensabile la presenza di alberi e cespugli. 

La caccia a questa specie è strettamente collegata alle tradizioni venatorie e agli habitat presenti nelle varie regioni. Il Tordo bottaccio, ad esempio, è molto cacciato in Lombardia e Veneto dove viene abbattuto da appostamenti fissi realizzati per la caccia alle specie migratrici diffusi su tutto il territorio regionale.

Il fagiano comune e le immissioni

Tra i non Passeriformi il fagiano (Phasianus colchicus Linnaeus, 1758), appartenente all’ordine dei Galliformi, è una delle specie più interessate dall’attività venatoria. Nativo dell'Asia e di alcune parti dell'Europa (area del Caucaso e dei Balcani), è stato introdotto nel mondo per il grande interesse a fini venatori. La quantità del prelievo è fortemente condizionata dalle numerose immissioni effettuate a scopi venatori.  

Il Colombaccio, da nomade a stanziale

Un’altra specie non Passeriforme molto cacciata nelle diverse regioni italiane è il colombaccio (Columba palumbus). Appartenente alla famiglia dei Columbidi ha uno stato di conservazione favorevole, caratterizzato da un incremento demografico in tutto il territorio nazionale. Tradizionalmente migratore, negli ultimi decenni importanti popolazioni sono diventate stanziali in diverse parti dell’areale meridionale di questa specie, tra cui anche l’Italia, in cui in passato era principalmente presente come svernante e di passo.

La tortora selvatica

La tortora selvatica (Streptopelia turtur), appartenente alla famiglia dei Columbidi, è caratterizzata da uno stato di conservazione sfavorevole che ha indotto la CE a chiedere in anni recenti l’interruzione della caccia agli stati membri. Per questa specie ISPRA, su richiesta del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha elaborato il piano di gestione nazionale che è stato approvato dalla conferenza Stato Regioni a seguito di interlocuzioni con le regioni. 

L’alzavola

Tra gli anatidi le due specie più cacciate sono il germano reale Anas platyrhynchos e, la più piccola alzavola (Anas crecca).

Tra le specie di anatidi, nel 2023 la Conferenza Stato Regioni ha approvato il Piano di gestione del moriglione (Aythya ferina) finalizzato alla conservazione e la gestione delle popolazioni italiane nidificanti di questa specie e dei contingenti migratori che attraversano e/o svernano nel nostro Paese.

L’allodola e lo specchietto

Tra i Passeriformi, escludendo le varie specie appartenenti alla famiglia dei turdidi, l’allodola (Alauda arvensis) è la specie per la quale si registrano gli abbattimenti più cospicui a livello nazionale.

L’Allodola è un passeriforme appartenente alla famiglia degli Alaudidi. Ha dimensioni piuttosto piccole e, in entrambi i sessi, la parte superiore si presenta di color marrone con leggere striature di nero mentre nella parte inferiore appare di un marrone più chiaro.

Il suo comportamento condizionava le tradizionali modalità di caccia, che si svolgevano con l’ausilio di “fischietti”, che, sfruttando la gregarietà della specie, portavano i branchetti ad avvicinarsi al cacciatore ben nascosto nei pressi di “zimbelli”, solitamente una civetta meccanica e un richiamo girevole formato da due braccia munite di specchietti. Le allodole accorrevano attorno agli zimbelli per curiosità o per mettere in atto il mobbing, comportamento gregario utilizzato per proteggersi dagli uccelli rapaci.

Da questo comportamento deriva il detto “specchietto per le allodole”, per indicare che alcune cose allettanti, ammalianti e cariche di potere attrattivo, nascondono invece inganni e insidie, rivelandosi dei trabocchetti per raggirare gli ingenui.

Lo stato di conservazione dell’allodola in Europa è allarmante in quanto la specie ha mostrato un marcato decremento di popolazione a livello europeo, come è attestato dai dati raccolti per l’elaborazione del Farmland Bird Index.

Le quantità di abbattimenti riportati per le diverse specie considerate mostrano variazioni anche considerevoli tra le diverse realtà territoriali regionali e ciò può essere ricondotto, sia all’incompletezza dei dati forniti da alcune regioni che a differenze nelle consuetudini venatorie (maggior interesse verso alcune specie rispetto ad altre, prevalenza di un metodo di prelievo rispetto ad un altro); possono inoltre aver giuocato un ruolo importante differenze nelle rotte di migrazione e cambiamenti dell’areale di svernamento delle specie, anche in relazione ai cambiamenti climatici, che determinano la distribuzione e l’abbondanza delle specie nelle diverse aree geografiche del Paese.

Si rimanda alla lettura del report per i dati completi su base regionale.

Si sottolinea che, nonostante un significativo miglioramento nei dati trasmessi dalle regioni rispetto al precedente decennio, un’adeguata raccolta ed analisi dei dati di abbattimento rappresenta uno dei presupposti per la corretta gestione venatoria delle specie. Un efficiente sistema di monitoraggio dei principali parametri demografici delle popolazioni e del prelievo a loro carico consentono infatti di verificare la sostenibilità del prelievo, rispondendo in tal modo anche a specifici obblighi comunitari. Sarebbe importante che le rendicontazioni annuali dei tesserini analizzati prodotti dalle amministrazioni diventino progressivamente più completi, possibilmente analizzando la maggioranza o possibilmente la totalità di quelli rilasciati; conoscere l’esatta percentuale dei tesserini analizzati sul totale dei rilasciati permetterebbe di stabilire con delle semplici proporzioni una stima della reale entità della pressione venatoria esercitata, consentendo una più efficace gestione e conservazione delle diverse specie.

Fonte ISPRA

29 aprile 2025

PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE. APPROVATO L'ACCORDO DI COLLABORAZIONE CON L'UNIVERSITA' DELLA TUSCIA.

Con la determinazione dell'8 aprile è stato approvato lo schema di accordo di collaborazione tra la Regione Lazio e l'Università degli Studi della Tuscia, Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali per la redazione della relazione propedeutica alla Valutazione Ambientale Strategica del nuovo Piano Faunistico-Venatorio Regionale. (Attualmente è in vigore il PFVR del 1998..) 

L'accordo segue il protocollo d'intesa siglato tra Regione Lazio e la Tuscia del 1° settembre 2023, di durata triennale, finalizzato all’ottimizzazione delle risorse umane e tecnologiche attraverso forme di collaborazione scientifica, di studio, di scambio di servizi, competenze e tecnologie, di attività di ricerca e consulenza su materie e argomenti di reciproco interesse attraverso l’attuazione in specifici ambiti di comune interesse di sinergie finalizzate al miglior svolgimento dei compiti istituzionali loro propri nel rispetto di criteri di economicità, efficacia ed efficienza.

La Direzione Regionale Agricoltura e Sovranità Alimentare, Caccia e Pesca, Foreste e il DAFNE, hanno concordano di svolgere congiuntamente le attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi previsti per la redazione del Piano Faunistico-Venatorio regionale. Il DAFNE, in particolare, affiancherà la Direzione Regionale Agricoltura e Sovranità Alimentare, Caccia e Pesca, Foreste ai fini della redazione della relazione propedeutica alla Valutazione Ambientale Strategica del Piano Faunistico-Venatorio regionale.

Ricordiamo che già nel 2019 la Regione Lazio aveva approvato un ulteriore schema di convenzione propedeutico all’affidamento all’ISPRA dell’incarico della predisposizione del Piano Faunistico-Venatorio Regionale....

SARA' LA VOLTA BUONA??



23 aprile 2025

REGIONE LAZIO 2019-2023. CALA IL CONSENSO VERSO LE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE


I dati relativi alla consistenza associativa delle associazioni venatorie riconosciute del Lazio delineano un quadro chiaro e inequivocabile riguardo al significativo calo del numero di cacciatori e, di conseguenza, della rappresentatività venatoria stessa, in un contesto socio-culturale in continua evoluzione. 
Nel quinquennio 2019-2023 si è registrato un decremento prossimo al 10% dei cacciatori iscritti alle associazioni riconosciute, attestando attualmente a 35.645 il totale dei cacciatori nella nostra Regione (dato che non considera però i cacciatori affiliati ad altre sigle associative, come ad esempio Confavi, la quale ha riportato nel 2024 un incremento rilevante del 12% rispetto al 2023).
In sintesi, nella nostra Regione si è verificato, sempre sulla base dei dati forniti dalle associazioni venatorie riconosciute, un sensibile calo di 3.567 unità nel numero di cacciatori dal 2019 al 2023, passando da 39.212 a 35.645.
Tra le associazioni che hanno evidenziato una significativa diminuzione degli iscritti si segnalano EPS, ENALCACCIA, ARCICACCIA e ANLC mentre risultano sostanzialmente stabili, sebbene con un costante lieve calo nei propri tesserati FEDERCACCIA, ITALCACCIA e ANUU. 
Al di là dei meri numeri – ai quali torneremo nei prossimi giorni – il dato che può essere definito “allarmante” è quello di una rappresentatività venatoria fortemente disgiunta dalla base associativa e incapace di mantenere quel solido legame di fiducia e appartenenza tra la base stessa e i vertici dirigenziali, anche per effetto di scelte discutibili adottate negli ultimi anni all’interno degli Ambiti Territoriali di Caccia della nostra Regione.
Non di rado molti cacciatori manifestano forte preoccupazione per la pressoché totale assenza di momenti di confronto, con la sostituzione dei tradizionali Circoli da parte delle pagine social, che ha provocato una frattura tra la base associativa e i vertici dirigenziali. In linea generale nel momento in cui si presenta la scelta tra “decidere” o “far decidere”, prevale il principio di autorità; pertanto, all’interno di ogni gruppo viene individuato o emerge, secondo dinamiche differenti, un capo incaricato di assumere le decisioni che in molti casi porta a prediligere non la persona ritenuta più saggia, bensì quella considerata più temeraria ed infatti a perdere consensi, secondo i dati in nostro possesso, sono proprio quelle Associazioni Venatorie riconosciute che, negli anni, occupando ruoli decisionali negli ATC Laziali ne hanno segnato l'infausto destino del commissariamento.
L'atmosfera di malcontento tra i cacciatori si intensifica poi ulteriormente a causa della mancanza di un Piano Faunistico Regionale aggiornato, che rispecchi davvero le realtà territoriali. Per questo, come abbiamo più volte evidenziato, è essenziale anche rivedere la gestione delle aree protette, riportandole alle percentuali previste dalla legge e considerando una gestione della fauna selvatica che tenga conto delle priorità necessarie per favorire una miglior convivenza con agricoltori, allevatori e attività legate alla cultura rurale.
Purtroppo, nonostante questo declino, le parole di un famoso presidente nazionale, "Seppur delusi andiamo, scontenti ma non vinti..." sembrano risuonare particolarmente tra una vasta schiera di cacciatori, ormai sedotti da miti inefficaci e storie che li vedono costretti ad adattarsi al quotidiano, con un costo che non è affatto conveniente.