DI SEGUITO LA SENTENZA DEL TAR LAZIO
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CONFAVI NEWS:
07 maggio 2025
TAR LAZIO. CACCIA IN SELEZIONE. CAMBIARE POSTAZIONE NELLA MEDESIMA ZONA NON COSTITUISCE VIOLAZIONE.
30 aprile 2025
ISPRA. Pubblicato il report sulla pressione venatoria sull’avifauna italiana dal 2017 ad oggi.
I risultati dell’analisi dei tesserini venatori condotta da ISPRA con i dati forniti dalle 19 regioni e dalle due Provincie Autonome di Trento e Bolzano, forniscono il numero di esemplari abbattuti dal 2017 al 2023 nel nostro Paese per ciascuna delle 36 specie di uccelli cacciabili in Italia, divisi per regioni e stagioni venatorie.
I cieli italiani sono attraversati da circa 500 specie di uccelli. Alcune di esse sono stanziali altre migratrici, alcune nidificano nel nostro paese mentre per altre l’Italia è solo un ponte di terra che li porta verso le regioni riproduttive del nord. Una comunità ecologica di milioni di individui fondamentale per gli equilibri biologici del pianeta e che connette aree e continenti, a volte, lontanissimi tra loro.
L’avifauna, come parte della fauna selvatica, è “patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale secondo” come chiarisce la legge nazionale 157 del 1992, che regola il prelievo venatorio. La Direttiva "Uccelli" nello specifico impone che il prelievo venatorio delle specie presenti nell’allegato II rispetti il principio di una saggia utilizzazione e di una regolazione ecologicamente equilibrata delle specie, senza pregiudicarne pertanto lo stato di conservazione.
La ricerca di un equilibrio tra conservazione, tutela, vitalità delle popolazioni di specie ornitiche e pressione venatoria avviene, in Italia, tramite i calendari venatori che, su base regionale, regolamentano l’attività venatoria, stabilendo, su base analitica, le specie cacciabili e i limiti dei carnieri, le giornate, i limiti orari e i periodi dell’anno in cui la caccia è consentita.
Per esercitare l'attività venatoria, oltre al porto d'armi, alla licenza di caccia ed essere iscritti ad un ambito territoriale di caccia ATC, è necessario essere muniti del tesserino regionale che viene rilasciato ogni anno dal comune di residenza del cacciatore che si deve attenere alle quantificazioni del prelievo per specie espresse dal calendario venatorio regionale. Il tesserino venatorio autorizza l'attività di caccia per una stagione e va rinnovato di anno in anno.
I dati dei tesserini venatori, che contengono informazioni sulle giornate di caccia e il numero abbattimenti per specie, vengono aggregati su base regionale e comunicati ad ISPRA che successivamente redige un rapporto sul prelievo faunistico nazionale, in cui viene analizzata l’influenza del prelievo venatorio sulle popolazioni delle specie cacciabili. Pertanto, ogni anno, Regioni e Province Autonome devono trasmettere i dati di abbattimento che, una volta elaborati da ISPRA, saranno inoltrati dal MASE alla Commissione europea.
Sono stati analizzati i dati pervenuti a ISPRA entro il 31 ottobre 2024 relativi al numero di abbattimenti di ciascuna specie ornitica cacciabile nel periodo compreso tra la stagione venatoria 2017-2018 e quella 2022-2023; la quantificazione degli abbattimenti costituisce, di fatto, la prima informazione necessaria alla valutazione dell’entità del prelievo venatorio in Italia. A questa data le informazioni sui tesserini venatori relativi alla stagione venatoria 2023-24 erano state trasmesse solo da cinque regioni (Abruzzo, Campania, Piemonte, Sardegna, Valle d’Aosta), per cui nella presente relazione questa stagione venatoria non è stata considerata.
Le informazioni inviate dalle diverse regioni relative al rapporto tra tesserini analizzati sul totale dei tesserini rilasciati in ogni singola regione, fondamentale per analizzare il reale peso del prelievo venatorio, risultano, sulla base di quanto inviato, decisamente carenti per tutte le stagioni venatorie considerate nel presente report, in quanto soltanto per poche regioni risulta espresso in modo chiaro questo fondamentale parametro.
Dal report emerge che i dati non permettono di avere un quadro completo sul prelievo venatorio per le stagioni analizzate. La sola regione Campania ha trasmesso questo dato per tutte le stagioni venatorie considerate. Le percentuali di tesserini analizzati sono variate in questa regione tra il 52% e il 78% nelle diverse stagioni venatorie trattate in questo report.
Tordo bottaccio: il più cacciato d’Italia
La specie più cacciata in Italia in tutte le stagioni venatorie è il tordo bottaccio (Turdus philomelos) della famiglia dei Turdidi. Questa specie canora è caratterizzata da taglia medio picciola ed ampia diffusione. L’adulto presenta la parte dorsale del corpo di colore bruno, mentre la parte ventrale è color bianco-crema con ampie picchettature di nero ed il caratteristico sottoala fulvo giallastro.
La migrazione di questa specie avviene di notte, spesso a quote elevate, accompagnata dall’emissione di un caratteristico verso, detto, onomatopeicamente, zirlo. La sua dieta varia durante l’anno, divenendo più insettivoro durante la stagione riproduttiva e maggiormente frugivoro durante il restante periodo. La stagione riproduttiva ha inizio in marzo nell’Europa occidentale, e circa un mese dopo nell’Europa centrale e orientale. Nidifica in una grande varietà di habitat, in cui comunque è indispensabile la presenza di alberi e cespugli.
La caccia a questa specie è strettamente collegata alle tradizioni venatorie e agli habitat presenti nelle varie regioni. Il Tordo bottaccio, ad esempio, è molto cacciato in Lombardia e Veneto dove viene abbattuto da appostamenti fissi realizzati per la caccia alle specie migratrici diffusi su tutto il territorio regionale.
Il fagiano comune e le immissioni
Tra i non Passeriformi il fagiano (Phasianus colchicus Linnaeus, 1758), appartenente all’ordine dei Galliformi, è una delle specie più interessate dall’attività venatoria. Nativo dell'Asia e di alcune parti dell'Europa (area del Caucaso e dei Balcani), è stato introdotto nel mondo per il grande interesse a fini venatori. La quantità del prelievo è fortemente condizionata dalle numerose immissioni effettuate a scopi venatori.
Il Colombaccio, da nomade a stanziale
Un’altra specie non Passeriforme molto cacciata nelle diverse regioni italiane è il colombaccio (Columba palumbus). Appartenente alla famiglia dei Columbidi ha uno stato di conservazione favorevole, caratterizzato da un incremento demografico in tutto il territorio nazionale. Tradizionalmente migratore, negli ultimi decenni importanti popolazioni sono diventate stanziali in diverse parti dell’areale meridionale di questa specie, tra cui anche l’Italia, in cui in passato era principalmente presente come svernante e di passo.
La tortora selvatica
La tortora selvatica (Streptopelia turtur), appartenente alla famiglia dei Columbidi, è caratterizzata da uno stato di conservazione sfavorevole che ha indotto la CE a chiedere in anni recenti l’interruzione della caccia agli stati membri. Per questa specie ISPRA, su richiesta del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha elaborato il piano di gestione nazionale che è stato approvato dalla conferenza Stato Regioni a seguito di interlocuzioni con le regioni.
L’alzavola
Tra gli anatidi le due specie più cacciate sono il germano reale Anas platyrhynchos e, la più piccola alzavola (Anas crecca).
Tra le specie di anatidi, nel 2023 la Conferenza Stato Regioni ha approvato il Piano di gestione del moriglione (Aythya ferina) finalizzato alla conservazione e la gestione delle popolazioni italiane nidificanti di questa specie e dei contingenti migratori che attraversano e/o svernano nel nostro Paese.
L’allodola e lo specchietto
Tra i Passeriformi, escludendo le varie specie appartenenti alla famiglia dei turdidi, l’allodola (Alauda arvensis) è la specie per la quale si registrano gli abbattimenti più cospicui a livello nazionale.
L’Allodola è un passeriforme appartenente alla famiglia degli Alaudidi. Ha dimensioni piuttosto piccole e, in entrambi i sessi, la parte superiore si presenta di color marrone con leggere striature di nero mentre nella parte inferiore appare di un marrone più chiaro.
Il suo comportamento condizionava le tradizionali modalità di caccia, che si svolgevano con l’ausilio di “fischietti”, che, sfruttando la gregarietà della specie, portavano i branchetti ad avvicinarsi al cacciatore ben nascosto nei pressi di “zimbelli”, solitamente una civetta meccanica e un richiamo girevole formato da due braccia munite di specchietti. Le allodole accorrevano attorno agli zimbelli per curiosità o per mettere in atto il mobbing, comportamento gregario utilizzato per proteggersi dagli uccelli rapaci.
Da questo comportamento deriva il detto “specchietto per le allodole”, per indicare che alcune cose allettanti, ammalianti e cariche di potere attrattivo, nascondono invece inganni e insidie, rivelandosi dei trabocchetti per raggirare gli ingenui.
Lo stato di conservazione dell’allodola in Europa è allarmante in quanto la specie ha mostrato un marcato decremento di popolazione a livello europeo, come è attestato dai dati raccolti per l’elaborazione del Farmland Bird Index.
Le quantità di abbattimenti riportati per le diverse specie considerate mostrano variazioni anche considerevoli tra le diverse realtà territoriali regionali e ciò può essere ricondotto, sia all’incompletezza dei dati forniti da alcune regioni che a differenze nelle consuetudini venatorie (maggior interesse verso alcune specie rispetto ad altre, prevalenza di un metodo di prelievo rispetto ad un altro); possono inoltre aver giuocato un ruolo importante differenze nelle rotte di migrazione e cambiamenti dell’areale di svernamento delle specie, anche in relazione ai cambiamenti climatici, che determinano la distribuzione e l’abbondanza delle specie nelle diverse aree geografiche del Paese.
Si rimanda alla lettura del report per i dati completi su base regionale.
Si sottolinea che, nonostante un significativo miglioramento nei dati trasmessi dalle regioni rispetto al precedente decennio, un’adeguata raccolta ed analisi dei dati di abbattimento rappresenta uno dei presupposti per la corretta gestione venatoria delle specie. Un efficiente sistema di monitoraggio dei principali parametri demografici delle popolazioni e del prelievo a loro carico consentono infatti di verificare la sostenibilità del prelievo, rispondendo in tal modo anche a specifici obblighi comunitari. Sarebbe importante che le rendicontazioni annuali dei tesserini analizzati prodotti dalle amministrazioni diventino progressivamente più completi, possibilmente analizzando la maggioranza o possibilmente la totalità di quelli rilasciati; conoscere l’esatta percentuale dei tesserini analizzati sul totale dei rilasciati permetterebbe di stabilire con delle semplici proporzioni una stima della reale entità della pressione venatoria esercitata, consentendo una più efficace gestione e conservazione delle diverse specie.
Fonte ISPRA
29 aprile 2025
PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE. APPROVATO L'ACCORDO DI COLLABORAZIONE CON L'UNIVERSITA' DELLA TUSCIA.
La Direzione Regionale Agricoltura e Sovranità Alimentare, Caccia e Pesca, Foreste e il DAFNE, hanno concordano di svolgere congiuntamente le attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi previsti per la redazione del Piano Faunistico-Venatorio regionale. Il DAFNE, in particolare, affiancherà la Direzione Regionale Agricoltura e Sovranità Alimentare, Caccia e Pesca, Foreste ai fini della redazione della relazione propedeutica alla Valutazione Ambientale Strategica del Piano Faunistico-Venatorio regionale.
28 aprile 2025
23 aprile 2025
REGIONE LAZIO 2019-2023. CALA IL CONSENSO VERSO LE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE
10 aprile 2025
PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE. SARA' LA VOLTA BUONA?
07 aprile 2025
"A CACCIA DI RIFIUTI" CON I CACCIATORI DI FIANO ROMANO E CIVITELLA SAN PAOLO
Ringraziamo sinceramente i soci del Circolo "San Giacomo", TUTTI i cacciatori e le squadre cinghialai di Ponzano Romano ed i volontari che hanno preso parte alla giornata ecologica, il Comune di Civitella San Paolo e la Pro Loco di Ponzano Romano che si sono adoperate per la migliore riuscita dell'iniziativa.
03 aprile 2025
DANNI CAUSATI DA FAUNA SELVATICA ALLE PRODUZIONI AGRICOLE E ZOOTECNICHE - MODULISTICA RICHIESTA INDENNIZZI
Come disposto dalla Direzione Agricoltura e Sovranità Alimentare, Caccia e Pesca, Foreste Regione Lazio, a far data dal 1° aprile 2025 l’ATC provvede ad accogliere le istanze e procede solo all’accertamento e alla stima dei danni alle produzioni agricole e zootecniche causati da fauna selvatica nell’annualità 2025 sulla base dei prezzari pubblicati dai mercuriali della camera di commercio al momento in cui si è verificato il danno o, in alternativa, alle rilevazioni effettuate dall’ISMEA sui mercati di riferimento.
Ai fini della ammissibilità della richiesta di indennizzo, i procedimenti istruttori, di competenza della Aree Decentrate Agricoltura, sulle istanze pervenute devono prioritariamente avere:
– la sussistenza della qualifica di imprenditore agricolo professionale o coltivatore diretto, ai fini della attribuzione della priorità prevista normativamente;
– la regolarità della posizione previdenziale DURC;
– il rispetto del limite massimo stabilito in regime di “de minimis” nel triennio di riferimento ai sensi del Reg. (UE) 1408/2013 come modificato dal nuovo regolamento UE/3118/2024.
Scarica il modulo per la presentazione delle istanze di indennizzo per danni da fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche (SCARICA IL MODULO PDF).
26 marzo 2025
TRASPARENZA DEGLI ATC. PRIMI SEGNALI DI CAMBIAMENTO?
Nessuna associazione venatoria riconosciuta ha mai dimostrato interesse nei confronti dei Bilanci di Gestione degli ATC ma soprattutto verso quella TRASPARENZA degli ATTI, tanto acclamata quanto più TEMUTA.
Oggi, a distanza di qualche anno, il nostro plauso va al Commissario dell'ATCFR2, Dr. Vittorio Venditti, per aver reso "pubblici" ed in maniera chiara e trasparente, i risultati di gestione dell'Ambito Territoriale di Caccia.