Il 17 Gennaio si benedicono le stalle e si conducono a benedire gli animali domestici, puliti e infiocchettati, davanti ai sagrati delle chiese.
I suoi discepoli tramandarono alla Chiesa la sua sapienza, raccolta in 120
detti e in 20 lettere; nella Lettera 8, Sant’ Antonio scrisse ai suoi “Chiedete
con cuore sincero quel grande Spirito di fuoco che io stesso ho ricevuto, ed
esso vi sarà dato”.
Nel 561 fu scoperto il suo sepolcro e le reliquie cominciarono un lungo
viaggiare nel tempo, da Alessandria a Costantinopoli, fino in Francia nell’ XI secolo a
Motte-Saint-Didier, dove fu costruita una chiesa in suo onore. In questa chiesa
a venerarne le reliquie, affluivano folle di malati, soprattutto di ergotismo
canceroso, causato dall’ avvelenamento di un fungo presente nella segala, usata
per fare il pane. Il morbo era conosciuto sin dall’ antichità come “ignis
sacer” per il bruciore che provocava; per ospitare tutti gli ammalati che
giungevano, si costruì un ospedale e una Confraternita di religiosi, l’ antico
Ordine ospedaliero degli “Antoniani”; il villaggio prese il nome di
Saint-Antoine di Viennois. Il Papa accordò loro il privilegio di allevare maiali
per uso proprio e a spese della comunità, per cui i porcellini potevano
circolare liberamente fra cortili e strade, nessuno li toccava se portavano una
campanella di riconoscimento.
Il loro grasso veniva usato per curare l’ ergotismo, che venne chiamato “il
male di s. Antonio” e poi “fuoco di s. Antonio” (herpes zoster); per questo
nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad essere associato al grande
eremita egiziano, poi fu considerato il santo patrono dei maiali e per
estensione di tutti gli animali domestici e della stalla.
Nel giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si portano
a benedire gli animali domestici; in alcuni paesi di origine celtica,
Sant'Antonio assunse le funzioni della divinità della rinascita e della luce,
LUG, il garante di nuova vita, a cui erano consacrati cinghiali e maiali, così
s. Antonio venne rappresentato in varie opere d’ arte con ai piedi un
cinghiale.
Il Bastone a "T"
l bastone su cui si appoggia Sant'Antonio è spesso a
forma di stampella, emblema tradizionale del monaco medievale il cui dovere era
di aiutare gli zoppi e gli infermi, oppure è semplicemente un bastone
pastorale. Spesso il manico del bastone è a forma di T, o in alternativa può
comparire la lettera tau sulla sua tonaca, all’altezza della spalla. Questo
simbolo richiama la croce egizia, antico simbolo di immortalità poi adottato
come emblema dai cristiani alessandrini. Secondo un’altra interpretazione la
lettera tau allude alla parola “thauma”, che in greco antico significa “prodigio”.
I festeggiamenti in onore di S.Antonio Abate sono anche una buona occasione per ricordare oltretutto l'importanza della zootecnica come risorsa socio economica per l'intero nostro Paese e ridare il giusto valore alla figura dell'allevatore, unici veri garanti del rispetto del benessere degli animali, sempre più spesso fatti oggetto di critiche e duri attacchi mediatici.
Noi diciamo: W S.ANTONIO!!!
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